Lettera da Alessandra Davide, Presidente Trama di Terre

Trama di Terre è un’associazione interculturale di donne attiva dal 1997. Il suo obiettivo è accogliere e costruire relazioni tra donne native e migranti, promuovere i diritti di autodeterminazione di tutte e contrastare discriminazioni e violenza, in tutte le sue forme.

“E poi, come ha scritto nonna Rocìo in uno scontrino, ci sono tutti quelli che fanno quello che possono. Il mondo è fatto di persone che fanno quello che possono. E loro, in qualche modo, sono arte”. ― Sara Fruner, L’istante Largo.

L’Associazione Trama di Terre ringrazia tutti quelli che fanno quello che possono e che hanno permesso alla Fondazione il Fatto Quotidiano di raccogliere preziose risorse da destinare a donne che hanno intrapreso con dolore, fatica e fermezza un percorso di emancipazione dalla violenza.

Ringraziamo sentitamente Cinzia Monteverdi, per averci coinvolto in questo temerario progetto che mira a sostenere economicamente le donne in momentanea difficoltà.

La violenza maschile produce un elevato costo, non solo emotivo per chi è direttamente coinvolto, ma anche economico e sociale. Le donne costrette a lasciare la propria casa, la propria vita e le proprie abitudini, per il benessere psicofisico e la sicurezza, si ritrovano a dover (r)iniziare tutto da principio. Purtroppo lo Stato non sempre, anzi raramente, si manifesta in loro sostegno in modo repentino e adeguato, anche a livello economico.

Questo governo, silente su vere politiche a contrasto della violenza maschile e dei femminicidi, ha presentato la misura del Reddito di Libertà come una risposta alle conseguenze che produce la violenza maschile. Si tratta, però, di una risorsa mensile di 400 euro che non basta neppure a pagare l’affitto di un appartamento. E in molte regioni le risorse non saranno sufficienti per rispondere alle richieste.

Inoltre continuano a mancare risorse adeguate per Centri Antiviolenza, Case rifugio, formazioni ad operatrici/ori socio sanitari e legali. Questi sono gli attori fondamentali che lavorano ogni giorno affinché la violenza maschile venga intercettata, fermata e sanzionata senza che le donne subiscano vittimizzazione secondaria.

Eppure, ancora oggi, molte lavoratrici nei Centri Antiviolenza sono sottopagate o sostituite da attiviste volontarie e gli operatori/trici sono comunque insufficienti per garantire risposte efficienti. Gli interventi di prevenzione sono troppo spesso affidati alla volontà dei singoli più sensibili, o peggio a bandi annuali che non sono sempre garantiti. Sostanzialmente, non solo mancano a bilancio risorse che assicurino politiche integrate e programmate su lungo periodo, ma una politica di genere e trasversale che intervenga su temi come lavoro, casa, welfare e salute, con l’obiettivo di sradicare la radice della violenza maschile contro le donne: le discriminazioni secolari.

Lo Stato è quindi latitante, come lo è stato con la morte di Adelina Sejdini, abbandonata dai sostegni governativi dopo avere collaborato ad arrestare sfruttatori della prostituzione e morta suicida a Roma a novembre scorso. Lo Stato continua solo ad elargire briciole a noi donne che con la nostra pelle e con le nostre denunce, invece, diamo vita a un processo di emancipazione per l’intera società civile. A riempire il vuoto delle risorse destinateci dagli enti pubblici è arrivato l’appoggio della Fondazione il Fatto Quotidiano che ha riconosciuto il valore del lavoro dei Centri Antiviolenza, rispondendo con questa raccolta alle nostre richieste di più sostegno economico per le donne stesse.

“Il movimento civile ha dimostrato che quando l’uguaglianza viene garantita per legge ma i livelli di coscienza rimangono gli stessi, fatalmente dominio e oppressione finiscono per riaffermarsi e dell’uguaglianza non resta che l’apparenza.” ― bell hooks, Scrivere al buio

La politica deve assumersi la responsabilità della violenza economica e della povertà, per lo più vissuta dalle donne. Ci auguriamo che questo vostro gesto di solidarietà possa servire a riportare all’attenzione del governo la violenza economica agita nei confronti delle donne: una violenza usata dagli uomini maltrattanti, una violenza conseguente alle nostre denunce e una violenza istituzionale strutturata contro tutte le donne.

Abbiamo contribuito a costruire il progetto “Borse di autonomia” della Fondazione il Fatto Quotidiano perché riteniamo che a tale problema non si debba rispondere solo con forme di beneficenza, ma con politiche strutturate. Per questo motivo vi ringraziamo ancora, poiché non solo con il vostro impegno avete fornito nuove opportunità di vita ad alcune donne, ma soprattutto perché avete dato ai Centri Antiviolenza la possibilità di accendere i riflettori su una delle discriminazioni più ostativa all’autonomia, all’indipendenza e all’autodeterminazione delle donne.

Un caro saluto

Alessandra Davide
Presidente Trama di Terre

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